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La vicenda comincia nel dicembre 2013, quando una norma (quella annullata proprio dalle recenti sentenze del Tar) contenuta in un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) adottato dal governo di Enrico Letta «ricomprende nella nozione di reddito ai fini Isee i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche». In maniera illegittima, secondo i giudici amministrativi, dal momento che tali trattamenti non vanno computati nel calcolo dell’Isee. Una grana che, dopo il passaggio delle consegne a Palazzo Chigi tra Enrico Letta e Matteo Renzi, è piombata sul tavolo dell’attuale esecutivo.

Rispondendo ad un’interrogazione parlamentare della deputata di Forza Italia, Sandra Savino, è stato il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, a chiarire gli effetti delle tre sentenze emesse dal Tar del Lazio a febbraio di quest’anno. «Sentiti gli uffici competenti dell’amministrazione finanziaria in merito alla richiesta di rafforzare le misure agevolative in favore dei soggetti disabili e delle loro famiglie – ha spiegato il rappresentante del governo – giova ribadire che qualsivoglia iniziativa normativa dovrà necessariamente tener conto degli effetti negativi sui saldi di finanza pubblica per i quali è opportuno reperire idonei mezzi di copertura finanziaria».

Insomma, i conti rischiano di saltare. Per questo «la Presidenza del Consiglio dei ministri», ha chiarito Zanetti, «ha manifestato di condividere la posizione espressa dal ministero (del Lavoro e delle politiche sociali) in ordine all’opportunità di proporre appello dinanzi al Consiglio di Stato, previa sospensione dell’esecutività delle sentenze impugnate». Sebbene, ha concluso il sottosegretario all’Economia, il ministero del Lavoro abbia assicurato che «resta aperta la possibilità di sviluppare eventuali momenti di confronto con i soggetti portatori di interessi al fine di proporre l’adozione di misure correttive». Una disponibilità al confronto che arriva, però, dopo le reiterate proteste delle associazioni di tutela dei disabili, tre sentenze del Tar e un ricorso in appello annunciato. Forse fuori tempo massimo.

L'opinione

6 Luglio 2014

Carissimo Vitale,

ho visto il sito, che mi piace molto, sia nella veste grafica sia nei contenuti. Consulterò di sicuro periodicamente, tra le altre, la parte ControInformazione, dove ho ritrovato temi che mi interessano in modo particolare (dai costi dei beni comuni alla catastrofe ambientale di Taranto, per troppo tempo ignorata anche da buona parte della sinistra ....).

La presenza non solo di argomenti legati all'autismo mi sembra un valore aggiunto.

Ho visto poi il video e la lettera che ha scritto quasi 20 anni fa e non posso che registrare che la stessa lettera e le stesse espressioni di sdegno potrebbero essere scritte ed espresse oggi per le tante situazioni in cui le cose sono rimaste quelle di allora.
Sono però - o almeno voglio essere - ottimista e credo che qualcosa è cambiato, anche se il cambiamento è a macchia di leopardo e ancora lontano dall'obiettivo, che non dobbiamo mai stancarci di perseguire, dell'estensione reale a tutti dei diritti all'istruzione, alla salute, all'autodeterminazione. Denuncio in tutte le occasioni, nella mia posizione - certo più "comoda" - di operatore, questa negazione di diritti delle persone con autismo, tuttavia voglio anche continuare a mostrare che un'altra strada è possibile, che si può fare meglio e di più, in parte con le stesse risorse di oggi, in parte mettendo sul serio al centro dell'agenda politica (in modo concreto) il tema dei diritti di tutti coloro che lottano quotidianamente per ottenerne il rispetto.

Bello vedere Gabriele come turista nel video sul viaggio!

Un caro saluto e grazie per le finestre sul mondo che il suo sito ci apre.

Maurizio Arduino

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